Percorso di Meditazione. Gorakhnath Siddha Siddhanta Yoga.

mercoledì ore 21.00
a pesaro e su zoom

Negli ultimi anni mi sono dedicata alla elaborazione dei testi tradizionali dello Yoga dei Nath e dei Tantra, con l’intenzione di trarre dalle scritture ermetiche dell’antichità un metodo di meditazione e di conoscenza di sé che era sigillato in tecniche che difficilmente sarebbero accessibili al praticante di oggi. Ho ricostruito quindi quei percorsi di liberazione, quali erano già intesi, per indagare nelle profondità della mente fino alle sorgenti della pace e della gioia interna, della guarigione e della realizzazione. In particolare la guarigione, come percorso verso il superamento della dualità, della frammentazione e del trauma, è stato il tema che ha maggiormente caratterizzato il lavoro degli ultimi anni, permettendomi di costruire un percorso adatto a tutti e che mantiene l’efficacia delle formule originarie.

La tradizione indiana dei Nath, nota per essere stata la culla dell’hata yoga, ha lasciato anche una vasta eredità di testi meditativi. Piuttosto che una filosofia teoretica, la tradizione degli yogi preferiva trasmettere i suoi insegnamenti in allegorie ermetiche e nella pratica immaginale attiva, capace di connettere e integrare il microcosmo umano e il macrocosmo naturale e soprannaturale.

Le meditazioni raccolte nei testi di Gorakhnath dispiegano cosmologie che integrano rappresentazioni del cosmo, della creazione e del corpo umano, con le sue forze ed energie, che infine si unificano nella persona universale di Shiva, Dio che tutto consiste in sé, senza dualità.

Se il Vedanta spiega la non dualità in termini filosofici, lo yoga di Gorakh porta a pervenire alla non dualità trasformando psichicamente l’esperienza di sé in esperienza del cosmo, a coniugare la percezione del divenire con l’ esperienza dell’ essere, realizzando così l’unità di Shakti e Shiva.

Alla base di questo percorso si trova il respiro, radice della percezione dell’ “io sono”. La percezione dell’io non viene perciò forzatamente annientata, come in altre tradizioni, ma espansa a esperienza di fondo , universale, dell’ apparire cosmico. Infine, luogo sovrapersonale di connessione profonda tra tutti gli esseri e i livelli dell’esistente.

La costruzione del corpo sottile è un’ opera di creazione e affinamento della sensibilità spirituale, una poetica del sé composta su fondamenti metafisici rigorosi, che guida la personalità a riconoscersi in corpo universale e infine divino, come effettiva esperienza psichica.

Il corpo sottile così enunciato e meditato, ha il potere di racchiudere e risolvere in sé l’integrazione di tutto l’esistente, e dell’esperienza sensoriale, emotiva, mentale. Il corpo sottile racchiude la terra e la volta celeste, costellata di punti di forza, luce, direzioni, sorretto dal soffio della sua naturale verticalità.

È il campo universale, dentro il quale gravitano tutti gli elementi e le formazioni complesse, in un insieme ordinato, la cui sintesi è la coscienza. 

Attraverso lo studio e l’esercizio sui testi tramandati da questa tradizione, ho estratto e rimesso in funzione una vasta porzione della mappatura cosmo-corporea descritta dagli yogi dell’ antichità, per renderla accessibile e funzionale agli studenti di oggi.


Il percorso proposto si sviluppa principalmente attraverso questi momenti di meditazione:

  • Pran Purush, la percezione del corpo formato e costituito da flussi energetici sottili controllati dal respiro.
  • Hamsa – So Ham, il suono del respiro come radice impersonale dell’Io e la sua elevazione dal particolare all’universale, fino alla percezione del Niranjana, la totalità universale.
  • Bhuta Shuddi, purificazione degli elementi naturali, Etere, Aria, Fuoco, Acqua, Terra, attraverso la loro successione creativa, e loro espressione negli organi di senso, per poi favorire il loro riassorbimento dal più grossolano nel sottile e infine nella coscienza pura.
  • Esperienze di Vuoto, attraverso esercizi di suono e di visualizzazione (dal Tantra, Vijnana Bhairava)
  • Meditazione di Kundalini e dei Chakra secondo la tradizione dei Nath
  • Intonazione e vibrazione del Suono (Naad), attraverso la vocalizzazione dei Mantra e l’ascolto interno
  • Visualizzazione e meditazione dell’Amrit, fonte della guarigione e dell’immortalità, origine di tutti i fluidi vitali e del loro rinnovamento spirituale.

Altri esercizi e esperienze si sviluppano spontaneamente durante il percorso, che non si svolge in formula dogmatiche, ma percorre una ricerca continua, sempre nuova e vissuta nel presente, nella realizzazione.

Per chi desidera un percorso individuale e personalizzato, è possibile iscriversi ai Percorsi Individuali di Meditazione e Satsang.


Le lezioni si svolgeranno regolarmente il Mercoledì alle 21.00
Il percorso si svolge durante tutto l’anno, restando sempre aperto a nuovi iscritti.
Il costo della singola lezione è 30 Euro, abbonamento 10 lezioni 250 euro.
Per l’iscrizione seguire le istruzioni alla pagina Informazioni e Contatti.


Adesh!

Meditazione e contemplazione sono le sole attività che ci rendono pienamente umani e che ci competono.
In meditazione, pensiamo come pensano le montagne, gli alberi, gli animali, le stelle, i fiumi… ciò che ci rende più umani ci porta all’unisono con il cosmo, che è una ininterrotta meditazione, una sola mente che respira e vigila in ogni essere.
Siamo allora pienamente umani, espressione di coscienza e contemplazione. Ciò che ci rende più vicini a noi stessi ci rende partecipi del tutto.
Questa coscienza universale che sente, pensa e respira con la vita di tutti gli esseri, è come una foresta che pensa attraverso le innumerevoli radici, ramificazioni e foglie degli alberi, che regola la vita e la diversità degli animali, e produce le sue piogge, il suo clima, e nutre il suolo da cui trae nutrimento e forma ogni essere che la abita e che a essa contribuisce.
Simile a una foresta è il nostro corpo con i suoi canali sensoriali e energetici. Così è il cielo in cui ruotano ordinati gli astri e le costellazioni. Tutto coesistencome unica e simultanea presenza, a cui si accede pienamente con la meditazione, nella non dualità.
Questa presenza universale è Shiva.
Meditare è unirsi al Supremo Sé che medita ogni cosa.
[Yogini Udai Nath]

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