L’insegnante, Yogini Udai Nath
Mi chiamo Yogini Udai Nath Ogar Pir (Beatrice Polidori) e sono una monaca Ogar (minore) dell’ordine dei Nath, il più antico lignaggio monastico dell’India. Son nata nel 1970 a Pesaro, dove risiedo e insegno.
La mia formazione incomincia con gli studi di Psicologia, materia che continuo ad approfondire per tutto il mio percorso, fino ad oggi. Negli anni della formazione, ispirata dall’esempio e dall’incontro con Don Gaudiano, preferisco la professione di operatrice sociale, il lavoro nel contatto diretto, quotidiano e operativo con il disagio e la fatica relazionale, con la sottile possibilità di riabilitazione e di integrazione data dalla solidarietà con le persone, quella terapia che è servizio, che passa per l’educazione, il dialogo, la condivisione di momenti significativi e di semplicità.
A trent’anni ho l’occasione di incontrare Bodhananda, il mio primo Guru nella tradizione indiana, con cui studio la dottrina dell’Advaita Vedanta e posso assorbire dall’esperienza diretta che mi viene esposta, i reali cambiamenti esistenziali e psicologici che la realizzazione non duale apporta alla visione dell’individuo e la sua effettiva possibilità di realizzazione. Sebbene i risultati di questo percorso siano gratificanti, attenderò ancora molti anni e altri insegnamenti per proporre ciò che l’esperienza spirituale può comunicare.
Con Bodhananda ho appreso l’Advaita Vedanta classico, secondo la tradizione di Shankaracharya, Gaudapada e Sri Ramana Maharshi. Seguo poi Swami Veetamohananda (Ramakrishna Math and Mission), con cui approfondisco l’insegnamento di Ramakrishna Paramahamsa e Swami Vivekananda.
Negli stessi anni lavoro a costruire il sito Visionaire.org, dove traduco e condivido i testi del Vedanta, dello Yoga e della tradizione religiosa Hindu. Disegno i Tarocchi di Visionaire.org e scrivo le Meditazioni con i Tarocchi.
E’ nel 2011 che incontro Guruji Yogi Krishnanath, con cui prendo l’iniziazione all’Ordine dei Nath e che semina nel cuore il percorso che mi porta ad oggi, a sostenere il compito di una Scuola, un Ashram e di numerosi discepoli e studenti laici.
Yogi Krishnanath è una persona molto lontana dal mondo ordinario, la sua vita si svolge esattamente nella regola dei Sadhu indiani iniziati e il suo carisma è unico, brilla al di là di qualsiasi convenzione umana o religiosa, per la sua naturale capacità di arrivare al cuore delle persone e trasformare un adulto, già indurito dalla vita, dal cinismo e dalla mentalità del secolo, in un discepolo, cioè in un figlio spirituale, una creatura di Dio.
Presso il suo tempio osservo per anni arrivare centinaia di persone di ogni razza, nazionalità ed estrazione, a celebrare il divino con gioia e con spirito di unità e di amore. Letteralmente assisto al luogo in cui tutti i mondi, visibili e invisibili, confluiscono ordinatamente nella festa e nella celebrazione del fuoco sacro, (Dhuni) a cui Guruji attende ogni giorno, senza eccezioni. Questo esempio è folgorante, e fa balzare il percorso spirituale al di là di qualsiasi istruzione nota, al di là delle parole scritturali, delle disquisizioni sterili, nella realtà vera e nella presenza tangibile del divino e la sua espressione corretta, semplice e evidente.
Nel 2017 mi trovo di fronte al primo Dhuni che io stessa ho accesso, durante il Solstizio di Giugno, e incomincia il mio mandato di insegnamento che prosegue fino ad oggi. In questi anni ho accolto e parlato con le persone, ascoltato storie e intrapreso percorsi personali lineari e faticosi, semplici e luminosi. Si è creata una famiglia di discepoli attorno alla mia Scuola che continueranno a portare in Occidente qual Seme di conoscenza autentica e trasformazione di sé, che misteriosamente è arrivato fino a noi, per grazia dei Guru. Questo passaggio è l’elemento qualificante di tutto il processo, la reale possibilità che ci è data, qui ed ora, di Essere, e che restituiamo ad altri, per compiere qualcosa di infinitamente più grande di noi.
Questo cammino spirituale non è semplice da definire in poche righe, ciascuno di noi ne porta avanti una porzione, nella continuità globale della Tradizione (Sampradaya). Personalmente, ho lavorato a tradurre e attualizzare un certo numero di insegnamenti esoterici dello Yoga, descritti nelle dottrine del Nath Sampradaya. Confrontandone i contenuti con il Vedanta, con i Tantra e con l’Esoterismo Occidentale, ho condiviso queste conoscenze con i miei studenti, iniziati e laici, con cui abbiamo costruito negli anni un solido bagaglio di conoscenze e pratiche che oggi costituiscono il cuore dell’insegnamento della Scuola.
In sette anni di insegnamento ho cercato di costruire un ambiente sicuro, pulito, libero da tutti i condizionamenti sociali e che lavorasse alla liberazione della coscienza e della volontà di ognuno. Abbiamo lottato contro i demoni moderni, le forme di oppressione e di abuso, grossolane e sottili, che imprigionano la libertà profonda di ciascuno dentro comportamenti convenzionali e pensieri svalutativi, angosciosi e violenti. Il celebre paradigma indiano della Maya e della Conoscenza, della schiavitù e della liberazione, che finisce per sciogliersi nella consapevolezza di Essere, ha assunto nomi propri e concreti, ha esposto processi normativi, vicende traumatiche, le assenze e l’oppressione, la mistificazione. Nulla è stato negletto, niente è troppo poco, troppo basso, degno o indegno, ogni cosa deve infine brillare della luce della consapevolezza. Ogni singola condizione radicale o transitoria vuole essere vista, riconosciuta, amata, condivisa, restituita alla Verità. Chi ha lavorato con me, ha lavorato duramente con se stesso, e credo di poter dire che ha gradualmente ottenuto ciò che voleva, e ognuno sta scoprendo infine Chi È. Non è stata una passeggiata, la Sadhana, a volte, non è un pranzo di gala. La Sadhana è Grazia di Dio.
Per me il Servizio, la Devozione, sono per il Dio che abita e soffre nel cuore degli uomini. A quel Dio ho dedicato il mio percorso, la liberazione che ho perseguito per prima, il lavoro che ho compiuto sempre prima su me stessa, e sotto la guida dei Guru che hanno avuto la Grazia di sostenere il mio percorso. La storia di uno yogi è quasi sempre un elenco di nomi, i suoi passi sono i nomi di coloro che sono stati i suoi maestri, ciascuno incarnando la presenza di Dio. Infine l’identità dello yogi dovrebbe scomparire per esprimere soltanto la Grazia di Dio e il Suo Amore, ma questo non darebbe informazioni utili a chi legge questa presentazione. Comunque, cercando di dare queste informazioni e riuscire con parole umane a comunicare anche l’essenza di quanto ho cercato di esprimere, mi auguro di avere lasciato soprattutto lo spazio per incontrare altre persone, storie ed espressioni della Verità che si manifestino in altrettanti cammini e volontà di realizzazione.
Om Shiv Goraksh Adesh Adesh
Om Sat Nam Guruji Ko Adesh Adesh
Yogini Udai Nath Ogar Pir
Pesaro, 14 novembre 2024